I Ricordi di zia Maria
capitolo 27
Nel mio paese, dove ingomingia, ci sta una valle che si chiama Valle dell’Inferno. In questa valle c’è una sorgente, una volta si vedeva l’acqua uscire da dentro la montagna, era uno spettacolo vedere tanta acqua bianca trasparente. Ci aveva il suo corso, scorreva quasi per mezzo paese sopra a pietre piccole e grandi, chiara e limbita, era bellissimo guardare come correva.
L’hanno coperta, ci sta lo stesso però non si vede più ed è una tristezza. Il mio paese è ricco di acqua, erano tante fontanelle ora ce ne sono la metà, molte le hanno tolte. Il paese s’è ingrandito, quasi non basta più e ce la fanno pagare, ci abbiamo una bolletta in più da pagare.
E penzare che una volta quasi tutti non ci avevano l’acqua in casa, si andava alla fontanella vicino casa a prendere l’acqua! Tante volte, con la scusa di andare a prendere l’acqua, si vedevano pure con qualche fitanzatino. Tante volte l’acqua non si era finita però di nascosto la buttavano, così con la scusa di andare a prendere l’acqua facevano quattro chiacchere col fitanzato. Che tembi, non ci si può credere.
Il mio paese, tanti anni fa, si ingomingiò a costruire sulla collina alta. Gli antichi erano molto inteliggenti, quasi tutti i paesi stanno ingomingiati nei posti alti perché così vedevano tutto da lontano, sotto, e quando pioveva molto, nell’inverno, stavano sicuri di non inondarsi.
Parlando del mio paese, sta ingomingiato allo alto, un rione che si chiama san Giovanni. Le strade erano fatte con tutte scalelle fatte con pietre, siccome era di salita. Adesso che cosa hanno fatto? La strada principale anno tolte le scalelle, ci hanno fatto la strada così qualcuno che abita lì (qualcuno, perché a la gente di adesso ci piace la comodità della benedetta macchina e tanti, per non salire, se ne sono andati ad abitare nel piano) così quelle belle scalelle a diversi posti non ci sono più, e le macchine per salire quella strada così ripita, a mio parere non durano molto, e quelli che devono salire a piedi non ci hanno più la comodità di salire con le scalelle, piano, ogni tanto si potevano anche riposare. Ora con quella salita si può scivolare, peggio alla discesa. Questo è il progresso.
Con questo progresso si va non tanto bene, ingomingiando con questa invenzione del plastico. Ce n’è tanto, qualungue cosa che si combra sta nel plastico, e inzieme ad altro si fa molto sporco. Stiamo invasi da sporco di tutte le specie e lamiere di tante macchine, non so dove si andrà a finire, mentre tanto tembo fa questo non si vedeva. Tutte le sere d’estate, le strade principali del paese a una certa ora, mi ricordo, c’era un uomo non molto alto era l’adetto di lavare le strade con una pomba, con lo getto forte lavava le strade. Sporco se ne faceva poco perché le spese si facevano portando la borsa della spesa, non si vendeva con la comodità di ora che ogni piccola cosa te la mettono in queste bustine di plastica, ce ne sono tante in giro. Come sto criticando il progresso che in molti casi è sprogresso, sarà vero…!
Nel mio paese ci sono tante case vecchie che stanno cadendo, veder questo è molto brutto. Colpa di tanta gente ignorante, la quale a una certa età tante coppie che non ci avevano figli (questo succedeva tanti anni fa) la sua casa la restavano alla Chiesa, convinti che quando morivano la Chiesa le diceva la messa così si salvavano l’anima. Con queste case i preti non si interessano, perché sono della Chiesa e la Chiesa non è una persona. I preti che cambiano, perché anche loro muoiono, non si interessano a queste cose, non le conviene o non possono far niente, così non stanno abitate e vanno in rovina. Questo non è per niente giusto, con tanta gente che la casa non ce l’ha.