I Ricordi di zia Maria
capitolo 29
Oggi 11 novembre 2006 nel mio paese si festeggia san Martino. Sessanta-settanta anni fa nella piana dove io abito ora era riservata per la feria di san Martin. In guei tembi in questo giorno in questa piazza si vendevano animali domestici, così ci stavano gente per vendere o combrare animali. In questo giorno si usava fare qualche regalo, per esembio i fitanzati regalavano alla fitanzata l’ombrello (io pure lo ricevetti dal mio fitanzato) o qualche anello o spilla di biciotteria. Ci stavano tante bancarelle piene di queste cose, si vendeva il torrone, questa era la festa di san Martin in quei tembi lontani.
Ora è molto cambiata questa festa. Al posto dove si vendevano gli animali domestici ora ci sono tante bancarelle che vendono roba usata, tantissimi indumenti, io guardo e mi viene di penzare tanta roba chi se la combra? Le cose sono cambiate. Così sta passando questo giorno e questa feria di san Martino, perché questa è giornata di feria. Gli animali dei miei tembi né l’ombra, al suo posto tanti stracci, io li chiamo così.
Sta per finire l’anno, chiudo questo quaderno ricordandomi del mio passato. Fra pochi mesi ci avrò i miei 80 anni, quasi quasi mi posso chiamare una vecchiarella fortunata. Sto passando la mia vecchiaia in questa mia casetta che era di mia madre, esposta al sole, piccolina con tutte le comodità, dopo averla combrata diversi anni fa con mio marito le abbiamo fatte tutte le comodità che mancavano. Ora lui se n’è andato a l’altro mondo, sto ancora io, credo ancora per poco.
Questa casa ci ha due balconi, uno davanti che dà sopra una piazza nella quale in questa epoca di tante macchine c’è il parcheggio. Così affacciandomi quello che vedo di più sono macchine, mentre quando ero bambina il lunedì ci si vendevano maiali, perché nel mio paese il lunedì si fa un grande mercato, si vende di tutto, questo posto era riservato per maiali, mendre adesso già da molti anni fa ci si vende un poco di tutto, specie vestimenti, scarpe, anche roba usata. Guardando mi fa ricordare pure che, sembre quando ero una bambina, ci si facevano i film in piazza per le ricorrenze delle feste dei santi, che se ne fanno molte nel mio paese. Mettevano un lenzuolo, si proettavano questi fim, prima il film Luce facevano vedere le bravure che faceva il fascismo, poi il cinema con Amedeo Nazzari e altre attrici di quei tembi. La gente che abbitava vicino si portavano le sedie sulla testa o in mano, mentre chi veniva da lontano si doveva stare in piedi, questa piazza si riembiva di gente. Queste sono cose nei miei ricordi di tanti anni fa e di adesso, queste sono le mie visioni al balcone davanti della mia casa.
Passo al balcone di dietro. Quello che vedo è che dopo due o tre cento metri ingomingia la montagna, a metà cima ci sta una specie di castello nel quale con la mia famiglia abbitavamo, in torno c’erano ulivi per fare olio e tuttora è così. Mi ricordo là sopra passai la mia giovinezza felice, me la passavo cantanto tutto il giorno, mi piaceva tanto cantare. È dove sono uscita sposa, mi ricordo vestita da sposa seduta sopra a una sedia con poche mie amiche che mi vennero a vedere, aspettavo lo sposo che mi doveva venire a prendere con i combari per portarmi in chiesa, a quei tembi si usava così. Quando arrivò mi fece una carezza, mi disse che ero bella, mi diete un bacio sulla guangia davanti a tutti, cosa che a quei tembi non si usava, i fitanzati si baciavano quando erano sicuri che non erano visti. Dopo che siamo sposati, senza quella folla che c’è adesso in chiesa, siamo andati a fare un poco di festa nella casa dello sposo. Era la solida festa a tarallucci e vino qualche bicchierino di licuore. La sera siamo andati a dormire nella casetta dove dovevamo abbitare.
Stò vivendo di ricordi adesso che ci ho una bella età, veramente sono fortunata di poter passare qualche poco di tembo in questo modo, ricordando i bei tembi passati.