… a bercé mon cœur pour la vie
In omaggio alla mia trasmissione radiofonica preferita, inauguro i Classici in Serie con la stessa canzone con cui si è aperta la terza stagione di Crooners and Classics, cioè quella andata in onda nel periodo che ho passato a Radio Capital.
Si tratta de “La mer”, che Charles Trenet compose e affidò in un primo momento ad altre voci e che conobbe il vero successo solo dopo che lui stesso l’ebbe incisa e pubblicata, nel 1946. A quanto pare, l’autore scrisse una prima versione del testo all’età di 16 anni, ma la canzone trovò la sua forma definitiva solo molto più tardi, quando la sua carriera musicale era già avviata, durante un viaggio in treno in cui Trenet poté ammirare le acque blu dell’Étang de Thaun, una laguna nel sud della Francia.
Per la traduzione del testo de “La mer” mi affido alla penna di Pasquale Panella, tra le altre cose paroliere degli ultimi cinque album di Lucio Battisti, arrangiata da Sergio Cammariere che l’ha inserita in Dalla pace del mare lontano uscito nel 2002. Il titolo è, anche nella nostra lingua, “Il mare”:
Marco e Giancarlo, nella puntata di Crooners and Classics citata, proponevano di questa canzone una versione live, in inglese, di George Benson, datata 1986. Io, invece, ve la faccio scoprire nella dodicesima puntata della prima stagione di Lost, la serie che per anni (o qualche settimana, per chi come me l’ha recuperata e “divorata” solo molto tempo dopo la prima messa in onda) ha fatto scervellare milioni di spettatori in tutto il mondo con i suoi enigmi e intrecci.
Per chi non conoscesse la storia di Lost, basti sapere che ci troviamo su un’isola sperduta del Pacifico, dove 48 (più un cane) sopravvissuti allo schianto del volo 815 dell’australiana Oceanic Airlines provano, in attesa dei soccorsi, a organizzare la loro ristretta società in una natura selvaggia e ostile. Tra di loro ci sono anche Sayid, ex guardia repubblicana irachena, e Shannon, una ragazza la cui unica missione, fino a questo momento, è stata prendere il sole sulla spiaggia mentre i suoi compagni di sventura lavorano per il bene della comunità.
Sayid si è appena liberato dalle grinfie di Danielle Rousseau, una scienziata francese naufragata sull’isola durante una spedizione 16 anni prima del disastro del volo 815. La donna, isolatasi e uscita di senno in seguito al rapimento della figlioletta appena nata, l’aveva catturato e torturato temendo che fosse uno di quelli che lei chiama “gli Altri”, ma lui è riuscito a fuggire ed è tornato all’accampamento portando con sé una serie di mappe e appunti di lei.
Per decifrare le annotazioni di Rousseau c’è bisogno di qualcuno che conosca il francese, ed ecco che Shannon, punzecchiata dal fratellastro che non manca di sottolineare la sua inutilità, pur masticandolo non troppo bene, scava nei propri ricordi e risolve l’arcano, riconoscendo negli appunti della scienziata il testo di una canzone che ha sentito alla fine di «un cartone sui pesci»: è la versione francese di “Beyond the sea”, cantata da Robbie Williams sui titoli di coda di Alla ricerca di Nemo.
Purtroppo per i sopravvissuti, la soluzione di questo mistero non sarà di alcuna utilità, ma serve a noi da scusa, se ce ne fosse bisogno, per riascoltare questo standard jazz, uno dei classici donati da Charles Trenet alla musica mondiale.
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