
Come mai ad ogni mese (o segno zodiacale) è associata una particolare gemma portafortuna? I più smaliziati diranno che non è altro che uno stratagemma dei gioiellieri per attrarre tutti i portafogli, ma in realtà gli studi più o meno mistici delle relazioni tra gli attributi delle pietre preziose e le caratteristiche dei nati in diversi periodi dell’anno risalgono alla notte dei tempi. Ad ogni modo, anche per chi non ci crede conoscere miti e leggende legati alle pietre preziose può essere un’esperienza dilettevole.
La pietra del mese di settembre è una vera regina tra le gemme: lo zaffiro. Il suo nome deriva dal latino sapphīrus e dal greco σάπϕειρος (sàppheiros, azzurro), termine che ha origine orientale nell’ebraico ספיר (sappīr, la cosa più bella).
Nonostante il significato del nome, lo zaffiro non è solo blu ma si può trovare in natura anche incolore (leucozaffiro) e in tutti i colori dell’arcobaleno con l’unica eccezione del rosso: sono tutte varianti di corindone, ossido di alluminio che quando assume la colorazione rossa è l’altrettanto famoso rubino. Gli zaffiri di colori diversi dal blu sono solitamente detti “fancy”, mentre in passato venivano indicati con i nomi di altre pietre associati all’aggettivo “orientale”: lo zaffiro verde era quindi chiamato “smeraldo orientale”, quello viola “ametista orientale”, quello giallo “topazio orientale”.
Tradizionalmente, lo zaffiro è la gemma associata alla saggezza, alla lealtà e alla fedeltà, alla nobiltà. Per il suo magnifico colore blu, in molte culture è connesso al paradisiaco e al divino. Nell’antichità, in Grecia e a Roma si pensava che proteggesse dall’invidia, mentre nel Medio Evo era considerato un antidoto al veleno e gli si attribuivano proprietà curative della peste e delle malattie degli occhi.
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